Un viaggio etimologico
Ciao a tutti! Vorrei portarvi con me in un percorso alla scoperta dell'interessante etimologia di alcuni verbi italiani legati al viaggio, in cui troveremo anche affascinanti spunti di riflessione, grazie al confronto con l'inglese e lo spagnolo.
Questo post è un estratto, adattato e semplificato, dal libro Letteratura comparata, a cura di Armando Gnisci, pubblicato nel 2002 dalla casa editrice Bruno Mondadori.
PRIMA PARTE – VERBO PARTIRE:
Il verbo italiano partire deriva dalla parola latina pars, partis, cioè “parte”, “frazione”. Il significato originale era quindi quello di separazione, distacco. In questo senso è più associabile alla morte che alla nascita, come avviene nel caso della parola “dipartita” (un sinonimo un po' poetico di morte!). Eppure il verbo latino parere, in italiano “partorire” (far nascere un figlio), deriva dalla stessa radice che è quindi da collegare alla nascita.
Il paradosso causato da questo doppio significato di inizio/fine, nascita/morte si può vedere in realtà come una metafora: la vita degli esseri umani come viaggio. Partire significa abbandonare uno stato, una condizione, per cercarne un'altra; lasciare qualcosa di sé stessi alla ricerca di una nuova identità. Troviamo un'idea molto simile nella lingua inglese: anche se l'etimologia è diversa, il verbo to leave è usato per dire sia “partire” sia “lasciare qualcosa”. “Partire dalla propria casa” è quindi sinonimo di “lasciare la propria casa”. Così possiamo dire che nel partire è presente una morte e poi una nascita, una separazione e un collegamento con il futuro. Come in un madrigale spagnolo del XVI secolo, del poeta Francisco de Figueroa:
Triste de mí que parto, mas no parto: que el alma, que es de mí la mejor parte, ni partirá ni parte.
Nei prossimi post scopriremo l'origine dei verbi viaggiare e tornare!
Conoscete anche voi qualche etimologia curiosa o interessante nella vostra lingua o in altre?
2020년 2월 11일