Insegnare a studenti adulti a bassa scolarizzazione
“E' solo la lingua ch e rende uguali”
-Don Lorenzo Milani
Per i miei studenti, l'interesse verso l'apprendimento acquisizione dell'italiano è legato ad aspetti concre ti di vita quotidiana qui in Italia. L'italiano è visto come lingua della comunicazione orale, come ponte, come passaggio momentaneo e non definitivo per esprimere bisogni concreti. E' stato perciò interessante chiedere ai miei studenti dove collocherebbero all'interno di un corpo umano le lingue che conoscono, visto che ognuno di loro conosce e parla alm eno tre o quattro lingue oltre all'italiano. La scelta è stata difficile, molti sono rimasti davanti alla silhouette di un corpo umano per un po' prima di attaccare i cartellini dove avevamo scritto i nomi delle diverse lingue conosciute, parlate, usate nei loro paesi, ma il risultato finale è stato molto interessante. È stato difficile ed interessante anche per me, fermarmi a riflettere e chiedermi dove avrei voluto mettere l'italiano, la mia lingua materna: testa? cuore? pancia? Alla fine ho deciso per la pancia, luogo delle emozioni vere, innate, spontanee
“Io non apprendo che ciò che per me ha un senso”
(Carl Rogers)
I miei studenti incontrano molte difficoltà nel passaggio da lingua orale a quella scritta. La
competenza orale che hanno acquisito non corrisponde ad una pari competenza scritta. Le loro difficoltà sono anche le mie, perché ogni giorno è necessario reinventare e sperimentare una didattica che li supporti proprio in questo. Per questo motivo ho iniziato a reiterare alcune parti delle lezioni, ad esempio durante la fase iniziale, momento delicato di arrivo, di accoglienza, attivazione e di continue interruzioni (chi arriva tardi, chi deve prendere il quaderno e il libro, chi vuole firmare).
La mia lezione con studenti preA1 inizia sempre con la domanda:
* “Che giorno è oggi?”
La risposta orale è sempre veloce e precisa, ma la scrittura della data – giorno e mese - non è mai immediata e spontanea. Gli studenti, in particolare i più deboli, hanno sempre bisogno di qualche minuto di riflessione prima di riuscire a scriverlo alla lavagna. Gli errori cerchiamo di correggerli riflettendo sui suoni e ripetendoli più e più volte, prima io e poi loro, fino alla corretta pronuncia. A questa domanda, faccio seguire altre domande più o meno legate all'argomento
* “Che tempo fa oggi?”
* “Cosa mangi oggi?”
* “Quando vai a fare la spesa?”
* “Cosa fai oggi?
La modalità di svolgimento è sempre la stessa, in questi casi però viene richiesta la composizione di una frase minima: risposta orale più o meno corretta, ma sempre comprensibile e passaggio alla scrittura, per poi procedere alla correzione per tentativi, fino ad arrivare alla parola ed infine alla frase corretta.
Questo è ciò che avviene in classe, in presenza, ma con la chiusura delle scuole e il passaggio alla didattica a distanza, gli obiettivi e le motivazioni sono profondamente cambiate. A differenza di quanto pensavamo, gli studenti hanno continuato, seppur con molte difficoltà, la frequenza da casa, con il dispositivo e la connessione in loro possesso. Molti di loro si collegavano anche solo per passare un'ora in compagnia di amici e poter scambiare qualche parola anche in lingua madre.
Portare avanti la didattica è stato molto difficile, tutte le attività sono state riviste e riadattate ed è stato ancora più necessario procedere lentamente, ripetendo sempre lessico e strutture nuove. Con le videolezioni è stato più semplice e immediato l'utilizzo di video e audio e anche reperire materiale sul momento, mentre è stato molto più difficile tenere il gruppo, motivarlo e mantenere alta l'attenzione.
Concludeo con una frase di Platone che bene riassume i nostri obiettivi di docenti di italiano ad adulti con bassa scolarizzazione:
“La conoscenza che viene acquisita con l'obbligo non fa presa nella mente. Quindi non usate l'obbligo, ma lasciate che la prima educazione sia una sorta di divertimento; questo vi metterà maggiormente in grado di trovare l'inclinazione naturale”
23 de julio de 2020